Il metodo

Tomografia sismica - Il metodo

La metodologia d’indagine più recente che sfrutta le onde sismiche rifratte è il metodo Tomografico.
Rispetto alla convenzionale sismica a rifrazione, tale tecnica limita i problemi interpretativi dovuti agli strati ad inversione di velocità (orizzonte fantasma) o di ridotti spessori. Ogni profilo sismico viene registrato generalmente con stendimenti della lunghezza di 115 metri con 24 geofoni da 14 Hz con 9 energizzazioni in linea (shots).
La sorgente utilizzata è un fucile sismico da oltre 1000 kgm di impatto al suolo.
L’elaborazione tomografica e la restituzione del modello geofisico viene effettuata con il software Rayfract che esegue l’inversione tomografica con il metodo WET (Wavepath Eikonal Traveltime - tomography processing) - Schuster 1993 Geophysics – September 1993 – Vol. 58 Issue 9 pp. 1314-1323; Watanabe – SEG meeting 1999).
Il metodo WET rappresenta l’evoluzione del metodo G.R.M. (Generalized Reciprocal Method – Palmer 1980). A differenza di quest’ultimo l’algoritmo di WET è in grado di restituire i rifrattori profondi con grande dettaglio anche in caso di superfici ondulate con pronunciate depressioni ed inarcamenti.
L’implementazione con il metodo Delta-t-V (Gebrande e Miller 1985) e di Wavepath Eikonal Traveltime tomography (Schuster 1993; Watanabe 1999) consente inoltre la restituzione di modelli sismostratigrafici caratterizzati da forti anomalie di velocità dovute a repentini passaggi tra copertura e substrato geologico, come pure zone a bassa velocità (inversioni di velocità).

Contatti e preventivi

Hai bisogno di aiuto? clicca qui